Rai1 Martedì, clinic in prima serata, order il nuovo programma condotto da Tiberio Timperi
di Renato Franco
MILANO — Meritocrazia. Termine che esiste in ogni dizionario della lingua italiana, viagra ma che raramente viene applicato nella pratica del vivere sociale dove lobbismo, nepotismo e clientelismo godono di maggiore popolarità. Se ne prova a parlare in televisione — altra zona spesso franca—con «Socrate, il merito torna in tv», su Raiuno, martedì in prima serata, un programma dedicato a chi, grazie alle proprie capacità e non a spintarelle o raccomandazioni, si è affermato nella vita.
L’idea è dell’autore Cesare Lanza, che nel suo curriculum ha anche «Domenica in» e Sanremo.
Perché Socrate? «Perché è il simbolo del merito, non ha scritto nulla ma il suo pensiero, valorizzato prima da Platone e poi da altri filosofi, è rimasto oggetto di studio». Siamo messi male a merito in Italia: «È una debolezza umana: in ogni epoca e sistema sociale, la raccomandazione c’è sempre stata. Ma nel nostro Paese negli ultimi anni siamo arrivati oltre ogni limite di sopportazione. Ci sono le strade sbarrate per i giovani in modo indecente.
Sto scrivendo anche un libro che si intitola Lettera di scuse. Io ho 70 anni e mi rivolgo ai ragazzi nati nel 2000 ai quali lasciamo un Paese disastrato e non il Paese che volevamo. Se penso al ’68, le cose non sono andate come sognavamo. Adesso dal punto di vista del merito la situazione è oscena e porta i giovani a due opzioni, entrambe brutte: alcuni vanno all’estero; gli altri, ingiustamente chiamati bamboccioni, si rassegnano: del resto, che possono fare?».
Il programma, condotto da Tiberio Timperi, cerca di mescolare intrattenimento e approfondimento. Da una parte le storie di personaggi che sono arrivati al successo grazie alle loro capacità, come Al Bano («uno che è stato plagiato da Michael Jackson e ha avuto una sentenza favorevole del tribunale»), Ornella Vanoni, Loredana Errore.
Dall’altra i contributi al dibatto di Corrado Passera, Letizia Moratti, Ferruccio de Bortoli, Massimo Fini, mentre Giancarlo Giannini legge testi di Steve Jobs, di Platone su Socrate, di Cyrano de Bergerac.
«Il grande punto interrogativo saranno gli ascolti. Come reagirà il pubblico abituato ad altri tipi di prime serate?». Se andrà bene arriveranno altre puntate, se no…
Chiude Lanza: «La scelta è caduta su Socrate anche per un altro motivo: fu condannato a morte e pur avendo la possibilità di fuggire rispettò le istituzioni e accettò il verdetto dei giudici ». Sì, son proprio passati millenni.
Corriere della sera – 07/02/2012