“GIGANTI” di STEFANO LORENZETTO

gigantiIl paese che muore è quell’Italia che ha smarrito i valori della solidarietà, dell’onestà e della compassione, in nome del potere, del denaro, del successo. Ma è anche il paese di uomini e donne che con le loro scelte fuori dal comune riaccendono la speranza in una rinascita, in un cambiamento di rotta che possa salvare la razza umana dalla distruzione a cui sembra essersi condannata. Lorenzetto ci racconta le storie di vita straordinarie di coloro che hanno fatto del proprio dolore, della propria passione, del proprio amore per la vita l’arma per condurre battaglie che sembrano essere personali, ma che in realtà sono universali, combattute da pochi ma a beneficio di tutti.

Le storie di questa parte migliore d’Italia sono quelle di Marco Bartoletti, imprenditore fiorentino che nella sua azienda meccanica ha fatto dell’uguaglianza il suo vessillo: ha aperto alle assunzioni di malati di tumore, autistici, ex tossicodipendenti, pensionati, senza trascurare la parità di genere (il 50% dei dipendenti della sua azienda sono donne) e l’impegno ecologico nell’utilizzo di packaging interamente biodegradabili.

Andreana Bassanetti, psicoterapeuta, dopo aver perso la figlia ventenne, ha deciso di assistere con la forza della fede, altri genitori nell’affrontare il suo stesso dolore, fondando Figli in Cielo, associazione laica riconosciuta dalla Chiesa che in varie parti del mondo sostiene tutti i genitori che vivono la tragedia della perdita di un figlio. Perché altri non soffrano come ha sofferto lei.

Francesco Biason, imprenditore veneto, pieno di rancore ha abbandonato l’Italia, a causa dei mille cavilli burocratici, per la Germania dove la sua florida azienda di stampaggio a caldo degli acciai oggi conta tra i propri clienti alcune tra le multinazionali più importanti al mondo (Toyota, Audi ecc..). Esempio di tenacia formidabile dal risvolto un po’amaro.

Giorgio Boatti è un ex giornalista in fuga dal mondo che ha scelto di vivere in solitudine nella campagna pavese. In crisi con la sua stessa professione, deluso dai suoi colleghi ha intrapreso lunghi viaggi nei monasteri d’Italia, che lui definisce “macchine del tempo”, luoghi di solitudine immersa nella vita di comunità, di rigore e semplicità di instancabile lavoro e profonda saggezza.

Paola Bonzi ha fondato il Centro Aiuto per la Vita, e da 32 anni si occupa di assistere le donne in procinto di abortire perché cambino idea. Una missione che è frutto della sua esperienza di vita. Figlia unica, cresciuta in una famiglia poverissima che non poteva permettersi di allevare un altro figlio, la Bonzi difende la vita sempre, senza eccezioni, fin dal momento in cui nasce nel corpo della donna: dall’incontro tra i gameti. Ad oggi ha salvato più di 15 mila bambini dalla morte. “Il mio compito è far nascere una madre, prima che un bimbo”.

Toni Brandi si occupa di diritti umani. In particolare dei cittadini cinesi perseguitati e imprigionati neilaogai, campi di lavoro forzato importati da Mao in Cina dall’URSS nel 1950. L’Italia è l’unico paese assieme alla Germania ad operare in questo specifico settore, ai più sconosciuto. Il lavoro della fondazione è delicatissimo a causa della volontà della Repubblica Popolare Cinese di mantenere il più assoluto segreto sulla reclusione di dissidenti politici e religiosi e delle donne che hanno trasgredito alla legge sul figlio unico.

Piero Buscaroli, recentemente scomparso è stato un giornalista e critico musicale di eccezionale livello. Ex direttore del Roma. Conosciuto anche per le sue idee di destra, ritiene che dopo la seconda guerra mondiale, la fine della dittatura abbia segnato l’inizio di una guerra civile permanente che terminerà soltanto grazie alla Lega Nord, perché in grado di spazzare via la vecchia classe politica. Il nostro è un paese inesistente, che ha perso, o forse non ha mai avuto il senso della civiltà.

Maurizio Cantone ha inventato i Donatori di Musica, infermieri, medici e volontari che organizzano concerti per i malati di tumore negli ospedali. Un arricchimento per i pazienti, per i musicisti che interpretano la musica con sincera passione sotto gli occhi attenti dei degenti, ma anche per gli stessi medici, che qui annullano le distanze tra dottore e malato e si donano completamente alla cura dei propri assistiti.

Bruno Carati mantiene se stesso e la propria famiglia attraverso il lavoro da artista che svolge grazia al solo uso della bocca. Tetraplegico fin dalla nascita, non ha mai potuto utilizzare le mani. Oggi le sue opere sono vendute in tutto il mondo. Indipendente quasi in ogni attività quotidiana, perfino nella guida, gira per le scuole per insegnare che nonostante le avversità del destino c’è sempre qualcosa che l’uomo può fare per avere successo, come ha sempre sostenuto Stephen Hawking.

Luca Carboni è il custode di un patrimonio dal valore inestimabile: l’Archivio Segreto Vaticano presso il quale ricopre la carica di Segretario generale. Il testo più antico appartenente allo Stato Pontificio, conservato qui, risale a più di 12 secoli fa. Nel suo lavoro non ci sono documenti più importanti di altri, tutti sono pezzi di importantissimo e uguale valore per la storia.

Vittorio Ciarrocchi parla quotidianamente il latino e viaggia per il mondo per diffondere l’idea che non si tratti di una lingua morta, né di una prerogativa da signori. Non soltanto è del parere che qualsiasi espressione della vita moderna possa essere resa in latino (computer: machina ordinatoria, Facebook: Prosopobiblion), ma che, nell’era della semplificazione sia una lingua più sintetica dell’italiano con i suoi 50.000 vocaboli contro i 183.000 della lingua odierna. Un elogio del latino sotto ogni aspetto.

Giuseppe D’Ambrosio Angelillo si definisce un poeta di strada, un umanista. Un libro per lui è come un’anima. Studioso di letteratura russa e americana, il suo particolare lavoro ricorda quello di un editore-artigiano. Mentre viaggia per il mondo scrive libri, ne disegna la copertina e si occupa personalmente della rilegatura, mai più di 100 copie per libro. Nonostante sia un lavoro poco redditizio, riesce a mantenere moglie e cinque figli vivendo felicemente solo dell’essenziale.

Laura Galletti non possiede nulla, non guadagna nulla, vive della bontà degli altri, ma senza chiedere l’elemosina o scivolare nel degrado. Convinta che il denaro possa solo soddisfare i bisogni precari dell’uomo, il suo unico compagno di viaggio in questa Terra è Dio, la fede e la preghiera le sue uniche fonti di sostentamento. “L’assenza di denaro ti da la possibilità di renderti conto della presenza di Dio”.

Pietro Gamba era un tornitore meccanico prima di iscriversi in medicina, laurearsi con il massimo dei voti e trasferirsi in Bolivia, dove opera ormai da 25 anni. Riesce a mandare avanti un ospedale, che oggi porta il suo nome, con solo 10 posti letto, una sola sala operatoria e un ridottissimo personale: la moglie, due medici, tre infermiere, due laboratoristi, più i medici volontari in arrivo dall’Italia. Grazie a lui il villaggio delle Ande in cui lavora dispone di elettricità e acqua.

Cristiano Husher è un medico del tutto particolare. Ha insegnato nelle Università più prestigiose del mondo, a “soli” 65 anni ha quattro specializzazioni e sei processi giudiziari alle spalle, mai una condanna definitiva. Per tutta la sua carriera si è scontrato con le piaghe della chirurgia italiana: lo status di potere assoluto di cui godono i nostri primari, gli imbrogli nei concorsi pubblici, le nomine politiche negli ospedali, gli interessi delle cliniche private. Uno dei mali più grandi, nota, è la scarsa propensione delle eccellenze mediche italiane ad insegnare agli altri il proprio sapere, cosa che impedisce l’emergere di nuovi talenti, favorisce il perdurare delle baronie e causa la sconfitta della meritocrazia.

Daniele Kihlgren è il proprietario di quello che si può definire “albergo diffuso”. Le sue stanze sono sparse tra le strade e le case del borgo Santo Stefano di Sessanio nel Parco Nazionale del Gran Sasso, provincia dell’Aquila. L’idea di fondo è il rispetto dell’esistente, il rifiuto di costruire modificando il paesaggio, riportandolo allo stesso tempo in vita. La sua struttura alberghiera, infatti, utilizza i prodotti e i servizi delle imprese locali e impiega i lavoratori del luogo. Il suo è un interessante progetto di recupero e rivalorizzazione che dovrebbe essere esteso a moltissime altri centri d’Italia che rischiano di scomparire per incuria e spopolamento.

Mirco Mencacci è un sound designer di raro talento. Dopo aver perso la vista all’età di 4 anni ha sviluppato un’incredibile sensibilità per il suono. Le sue pellicole richiedono centinaia di ore di ascolto attentissimo dell’ambiente circostante (il rumore del deserto, il respiro di un vulcano).  Ha collaborato alla realizzazione della colonna sonora dei film di Bertolucci, Antonioni, Moretti, Giordana e altri. “Anche gli eventi negativi hanno sempre un lato positivo. La privazione della vista è tra le mancanze peggiori. Ma può essere compensata, basta volerlo”.

Costanza Miriano, giornalista del Tg3, autrice dei tanto discussi Sposati e sii sottomessa e Sposala e muori per lei, cattolica praticante. Nel corso del tempo si è attirata le antipatie di parecchie persone. Quello che più infastidisce dei suoi libri è la celebrazione di un tipo di impegno per la vita con la persona che si ama, qualcosa che al giorno d’oggi non va più di moda. In questo consiste l’idea di sottomissione: “rinunciare in parte alla mia volontà di controllo, tendenza tipica delle donne, per completarmi a vicenda con mio marito”. Senza dimenticare la sua opposizione nei confronti della propaganda a favore degli omossessuali, specialmente sul tema delle adozioni e delle ideologie gender.

Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara e Comacchio, ha delle idee molto precise sulla lotta al terrorismo dello Stato Islamico. Fautore dell’”ingerenza umana”, sostiene sia necessario un atto energico per smantellare l’organizzazione criminale nei suoi vertici. Un richiamo a una qualche forma di crociata cristiana. Per lui i veri valori ecclesiali hanno poco a che vedere con l’inerzia e il silenzio.  Oggi la Chiesa ha il difficile compito di resistere e combattere in un mondo a lei avverso, fatto di ideologie gender, ricerca del piacere momentaneo e consumismo.

Ermanno Olmi convive da 34 anni con una malattia autoimmune che gli ha distrutto il 65% delle fibre nervose. Ormai arresosi ha chiesto più volte l’eutanasia e l’unico motivo che oggi lo tiene in vita è l’amore della moglie Loredana. Per lui il “cinema è una forma di comunicazione con lo spettatore”, un modo per parlare delle stesse cose che stanno a cuore alla gente. Essere italiano è per lui a volte una vergogna, l’Italia un paese afflitto da così tanti mali che soltanto una rivoluzione potrebbe salvarlo.

Alfredo Maria Paladini è cappellano al carcere di Pistoia. Dopo un passato da project manager per un’azienda americana di progettazione di campi da golf, belle donne e molti soldi, riceve la vocazione e oggi vive in completa solitudine in un monastero abbandonato dal quale esce per andare negli ospedali e nelle prigioni.  Riconosce che il carcere non svolge alcun ruolo rieducativo, ma è proprio per questo il posto in cui è più facile trovare la grazia. Ai detenuti offre il conforto della preghiera e la dignità del lavoro per rendersi utili.

Paolo Pejrone è un architetto di giardini, che però preferisce essere chiamato contadino. Infatti, il vero giardiniere si scontra ogni giorno con la natura spesso ostile, con la particolarità di ogni specifica forma di vita, dagli ortaggi ai fiori. Nella sua carriera ha curato i giardini di Gianni Agnelli, di Mary de Rothschild, di Valentino, dei principi Borghese e di molti altri. È un maestro nell’arte della pazienza, della tenacia e della costanza.

Gloria Pellizzo è un medico fuori dal comune. In Italia conduce un progetto di ricerca sulla chirurgia fetale estremamente innovativo con l’obiettivo di correggere quegli stessi gravi difetti congeniti del feto che spingono altri medici a consigliare l’aborto. Come se non bastasse nella struttura pediatrica che dirige a Pavia permette l’ingresso ai cani e ai gatti, ai musicisti e anche ai carcerati in semilibertà perché facciano compagna ai degenti. Una vita completamente votata al lavoro. Medico eccezionale, madre con qualche rimorso.

Simone Perrotti ha lasciato la brillante carriera in RCS Mediagroup per vivere sette mesi l’anno su una barca e i restanti cinque in un fienile in campagna. Ha deciso di chiudere con la rassicurante quanto vuota vita del manager per abbracciare la bellezza della vita, della natura, della libertà e anche della irresponsabilità. Skipper, barman, restauratore, imbianchino solo per guadagnare lo stretto necessario per vivere. La decrescita è per lui la chiave per la salvezza della società.

Walter Pilo si dedica da anni a una causa a troppi ancora sconosciuta: l’eccidio degli italiani in Crimea nel 1942 ad opera di Stalin. Ha fondato una Onlus per aiutare i discendenti dei nostri connazionali uccisi, sono circa 300 a vivere ancora in Crimea, per l’ottenimento della cittadinanza italiana, anche se il loro grande sogno è poter tornare in patria. Alla domanda sul perché abbia deciso di assumersi un impegno così gravoso risponde: “perché è giusto”. Grazie al suo instancabile lavoro lo scorso anno questi italiani hanno ottenuto da Putin il tanto atteso status di eredi della comunità deportata per ragioni politiche e ideologiche.

Abramina Pirlo è una circense, ha assistito il figlio in coma su un camper in giro per l’Italia per 19 anni disponendo della sola pensione del ragazzo e dell’assegno di accompagnamento. Nonostante le mille difficoltà mai un cedimento. Un amore infinito e immutato nel tempo. “Credo in Dio, ma anche nella scienza. Finché c’è vita c’è speranza. I figli si accettano sia sani e sia vegetativi”.

Eugenio Pol è il titolare di quello che da molti ristoranti Michelin è definito il pastificio che produce il pane più buono d’Italia. Il Vulaiga a Fobello, nella provincia di Vercelli sforza pani aromatizzati al polline di fiori, ai capperi di Pantelleria, all’uva di Smirne unici al mondo. Rigorosamente preparati con il lievito madre, mentre quello di birra è a dir poco spregiato. Un cultore del bello e del buono in una società che ha perso il senso per entrambe le cose e che, alla continua ricerca della ricchezza, ha finito purtroppo per affibbiare a questo alimento il marchio della povertà e della miseria.

Bruno Poli ha fatto della sua storia la sua missione di vita. Da quando la moglie danese gli sottrasse la figlia portandola via dall’Italia, ha abbandonato ogni cosa, compreso il lavoro, per dedicarsi anima e corpo alla battaglia legale. Ha fondato il sito Bambinirubati.org e si impegna anche a livello giuridico per aiutare i genitori nelle sue stesse condizioni.

Riccardo Ruggeri è il CEO della New Holland, azienda americana di macchine agricole. Ma non è sempre stato un manager. La sua lunga e singolare carriera parte nella fabbrica di Mirafiori nella qualifica di tornitore. Intelligenza, onestà, integrità lo hanno sempre premiato e condotto dove è oggi. Dopo aver conosciuto la classe dirigente euroamericana si guarda bene dal mischiarsi con essa: tutti uguali nella loro mediocrità, miseria e avarizia. Cresciuto con il mito della Fiat, ormai deluso da Fca, ritiene che i CEO trovino molto più facile percorrere la strada del “gigantismo”, dei grandi agglomerati di aziende piuttosto che affrontare la sfida del risanamento delle singole imprese.

Maria Teresa Salaorni Turazza ha perso due figli, entrambi poliziotti, uno dopo l’altro, mentre svolgevano il loro dovere per le strade di Verona. Il senso della giustizia così radicato in loro che a nulla sarebbero valsi i tentativi per persuaderli a scegliere un lavoro meno pericoloso. “I miei figli non sono mai stati di mia proprietà. Li ho sempre lasciati liberi di respirare”. Se non è questo il vero amore.

Liliana Segre è una sopravvissuta di Auschwitz. Fu deportata insieme al padre dal ghetto di Roma nel 1943. Da quel campo è tornata solo lei. In onore degli insegnamenti del padre oggi è sicura di non provare alcun odio, o desiderio di infliggere le stesse sofferenze. Questa è per lei la vera libertà, ciò che le consente oggi di fuggire dalla sindrome del sopravvissuto e di portare ai giovani nelle scuole la sua testimonianza.

Tommaso Tommaseo ha due anime, una da scrittore e una da chirurgo. La prima per un talento ereditato dall’antenato Niccolò, l’autore del Dizionario dei sinonimi del 1830. La seconda maturata grazie al suo grande maestro, il luminare della chirurgia italiana Pietro Valdoni. È considerato il pioniere dei trapianti in Italia, nel 1985 ha eseguito con successo il primo doppio trapianto cuore-reni in Europa.

Cesira Ton ricorda tanto Tom Hanks in The Terminal. Espulsa dalle Mauritius, dove lavorava, per lo scadere del visto, dal 1999 vive all’interno dell’aeroporto di Malpensa, ormai la sua casa a tutti gli effetti: dorme sulle panchine, si lava nei bagni pubblici. “La povertà è ricchezza. Se un uomo non impara a cavarsela nelle ristrettezze, non vale nulla”. È ancora in attesa del rinnovo del visto.

Irene Vella deve amare infinitamente il marito, affitto da nefropatia, se gli ha donato un rene. Forse deve amarla ancora di più il marito per averlo accettato. Un atto di generosità eterno. Eterno a patto che si rimanga insieme. Nel malaugurato caso di separazione rivorrebbe l’organo indietro.

Giuseppe Zora per aver prodotto con le sue ricerche l’Imb (immunomodulante biologico) un “farmaco”, secondo gli esperimenti del professore, con degli effetti antitumorali, ha ottenuto solo ostracismo e umiliazioni. L’industria farmaceutica non ha mai voluto impossessarsene con la motivazione che non trattandosi di un prodotto chimico non può essere brevettato, né tanto meno ha mai voluto procedere alla sperimentazione, negandone i presupposti scientifici. Considera la sua condizione la sorte comune a tutti i pionieri di qualunque campo.

a cura di Serena Tambone