Scommettiamo che, a poco a poco, sarà riscoperto il valore del merito? O sono troppo fiducioso? Forse sì, non lo escludo. Fatto sta che da molti anni mi batto per questo traguardo. Ho fondato sul web un movimento di opinione, che ho battezzato «Socrate»: senza fine di lucro, senza tessere, senza necessità di pagare un solo euro, senza barriere di nessun tipo, che siano politiche o religiose, di censo 0 di razza, di cultura, d’istruzione. Basta condividere una sola convinzione, un solo impegno: è ora di smetterla con raccomandazioni, spintarelle, calci nel sedere e quant’altro… A favore di figli, parenti, amici, amici degli amici, cortigiani, ragazze di piacevole compagnia, ruffiani e via precipitando nelle miserie dell’animo umano. Non m’illudo che possa essere cancellata questa pessima consuetudine (che include spesso reati, gravi, punibili a termini di legge): esiste da sempre, fin dai tempi antichi. Ma in Italia siamo arrivati a limiti oltre ogni decenza. Col risultato tristissimo di togliere spazio e lavoro a quei giovani meritevoli che non godano di «appoggi» di rilievo, o non vogliano servirsene, per affermarsi. E di spingerli all’estero, per inseguire una giusta valorizzazione. Ho scelto Socrate come il personaggio-simbolo del mio piccolo movimento perché lo considero inarrivabile per il merito: non scrisse una riga, ma il suo pensiero fu tramandato, e vive anche oggi, grazie a Platone e ad altri seguaci. Fu condannato a morte, ma si rifiutò di fuggire dal carcere (perfino i giudici si erano pentiti) perché, sostenne, le leggi e le sentenze vanno, comunque, rispettate.
Cesare Lanza, La Verità