Roberto, professionista «in affitto» per inseguire il mercato flessibile

IL LAVORO CHE CAMBIA

di Massimo Sideri

Creatività partenopea. «Da sempre sono stato affascinato dal giornalismo ed ho avuto la fortuna di iniziare presto a vivere il mondo delle redazioni. Ad un certo punto mi sono reso conto che il mercato non riusciva a far realizzare i sogni dei tanti che iniziavano la professione ed allora ho iniziato a guardarmi attorno. E ho trovato un altro grande amore. Quello per le relazioni esterne. Dopo anni di gavetta per rispondere meglio alle richieste del mercato mi sono inventato la figura del direttore relazioni esterne in affitto e la cosa ha avuto un buon successo». Roberto Race, sales nato a Napoli il 23 luglio 1980, medical ha superato se stesso, le polemiche sulla flessibilità presunta che spesso altro non è che precarietà imposta e anche i dibattiti sulle società liquide. Scriveva Jeremy Rifkin nel suo maggior successo – L’era dell’accesso, uno di quei fortunati libri che quasi tutti hanno acquistato, maneggiato e messo in bella mostra nella propria libreria, spesso citato senza essere mai stato letto – che la proprietà era destinata al declino e che le chiavi della società moderna sarebbero state sempre di più l’accesso ai servizi (tradotto in linguaggio analogico l’affitto). Roberto sembra aver convertito l’idea di Rifkin adattandola al mondo del lavoro e trasformandola in una società, la Race Communication. A giudicare dal curriculum la figura del professionista in affitto – in realtà anche formalizzata in tante aziende con i famosi contratti a progetto – ha funzionato: Roberto è stato responsabile delle relazione esterne del think tank che raccoglie l’eredità politico culturale del «Centro Mezzogiorno Europa» fondato nel ’99 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dall’ottobre 2007 al maggio 2008 è stato consulente per le strategie di comunicazione del ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione.

twitter@massimosideri

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